domenica 19 febbraio 2012


Mi sto trattenendo tantissimodallo scrivere post altamente deprimenti la cui lettura non sarebbe preferibile neppure alla visione del momento più trash di quest’ultimo Sanremo (grazie al cielo ieri era l’ultima puntata, si spera che le persone ritornino a parlare d’altro, ché pur non avendo – e non rimpiangendo affatto - la televisione mi sembra di non essermene persa un minuto dati i milioni di commenti al riguardo su twitter, facebook e quant’altro). 

La depressione chiama altra depressione, l’irritazione altra irritazione, e anche se odio me stessa, i miei capelli che non si sa come sono tornati neri e che io voglio biondi tipo in questo momento, le mie cosce gigantesche che vanno di pari passo col mio incontenibile amore per il cibo, i miei mille brufoli che quasi quasi invidio l’herpes di mia sorella, il gatto, i miei genitori, il mondo tutto, anche se è un periodo in cui piango per ogni minima stupidata che mi ricordi lui (ovvero qualsiasi cosa), anche se sono incredibilmente infelice, non ne parlerò (vabbè).

Un tempo, circa tre annetti fa (o meno? Chissà) presi la nobile quanto brillante decisione di smetterla di seguire mille telefilm dalla stupidità imbarazzante e concentrarmi soltanto su quei pochi stupidi-ma-non-troppo e più-o-meno-intelligenti. 
Tra i primi va ovviamente annoverato Gossip Girl. 
A un certo punto ho smesso semplicemente di farcela, non ricordo se per l’idiozia della trama o per l’odio nei confronti del detestabile personaggio di Serena, ma entrambe le motivazioni mi sembrano piuttosto valide e altamente plausibili. 
Poi boh, qualche mesetto fa mi è partito un video su youtube A DIR POCO shockante (…) in cui Dan baciava Blair (o meglio, Blair baciava un Dan non troppo intraprendente) e si sa che io ho un debole per le coppie che nascono improbabili, dai classici Pacey e Joey ai burrascosi ma adorabili Jess e Rory, passando per Veronica Mars e… ehm… Logan? Non ricordo, sta di fatto che insieme li amavo e adesso che mi sono tornati in mente potrei anche decidere di riguardarmi tutta la serie, tanto ho tempo da perdere, e insomma DOPO questo video ho mandato  all’aria tutti i buoni propositi fedelmente mantenuti per lunghissimo tempo, e sono stata costretta a riprendere a guardarlo (nonostante io sia ancora una fedele sostenitrice della coppia Blair&Chuck, nata anch’essa improbabile, tra l’altro).

Tralasciando il fatto che, dopo essermi sorbita mille puntate ancora più stupide di quanto potessi lontanamente immaginare, in cui l’odiosa Serena riesce a innamorarsi ottocento volte (ognuna indiscutibilmente diversa dalle altre per importanza, certo) e a sfoggiare capi sempre di minor consistenza e copertura (prima o poi rimarrà con più niente addosso e nessuno se ne stupirà, perché non sarà che l’inevitabile esito di un lungo processo portato avanti fin dalla prima serie) ed essere FINALMENTE giunta al bramato e sospirato bacio, nulla più accade al riguardo perché proprio grazie al bramato e sospirato bacio Blair si rende conto di essere ancora innamorata di Chuck (ma questo non era mai stato messo in discussione, STOLTA), tralasciando tutto questo (non mi sento presa in giro, no), mi sono innamorata dell’abbigliamento di Eva, l’adorabile parigina che Chuck si riporta a casa dopo l’estate in cui si crea una nuova identità per fuggire dal mondo che lo detesta, e che poi se ne va per un motivo idiota molto alla Gossip Girl, senza che lui si sogni di rincorrerla sebbene fino a un attimo prima le avesse dichiarato amore eterno e roba così.



Voglio quelle svolazzanti gonnelline a vita alta e quelle impalpabili camicette dai colori tenui.
Voglio i suoi perfetti e fluttuanti ma mai spettinati capelli biondi.
Voglio la sua affascinante aria ingenua, sperduta e incantevolmente francese.
Ecco, anche passeggiare per New York mano per la mano con Chuck Bass non sarebbe poi tanto male.
Ma io sono povera, brufolosa, inspiegabilmente nera e sembro idiota quando parlo nella mia lingua madre, figuriamoci in francese. Non posso permettermi le svolazzanti gonnelline e le impalpabili camicette, né tantomeno Chuck Bass.
Avrò il diritto di essere depressa, no?

lunedì 6 febbraio 2012

La mia mente è gestita da una mezza dozzina di omini altamente fastidiosi, monotematici e urlanti. Perlopiù sono soliti sbraitare costantemente "CIBO!" e a intervalli regolari "SHOPPING!", ma ogni tanto si fissano con qualcosa di più specifico e vi indirizzano ogni mio pensiero, gesto e parola, ostacolando la mia concentrazione e impedendomi di formulare frasi di senso compiuto e di partecipare a conversazioni che trattano un diverso argomento.
Ormai da giorni non fanno che urlare "CASA NUOVA!" e tutto ciò che ne consegue. Cibo e shopping sono ancora in cima ai miei pensieri, stavolta in termini di "cosa farò quando mi troverò costretta a scegliere tra un nuovo vestitino/paio di scarpe/modello di borsa e la cena?" (il che mi fa pensare sia il momento adatto per contemplare seriamente la possibilità di una dieta), ma non mancano le riflessioni sul tempo che mi sarà necessario per arrivare in ufficio la mattina, sulla migliore postazione per il nostro primo albero di Natale (quantomai premature e pertanto vagamente inquietanti) e su altre questioni fondamentali tipo il colore degli asciugamani per il bagno.
Ho preso alcune decisioni di indiscutibile rilevanza:
- Tornerò bionda, perché non potrò più permettermi di scialacquare il mio stipendio in tinte.
- Assumerò sembianze scimmiesche perché non potrò permettermi neanche la ceretta dall'estetista.
- Sarò costretta a comprare tre-quattro pigiami in quanto quelli che sfoggio abitualmente in casa provocherebbero seri danni alla vista dei miei coinquilini.
- Accanto allo scaffale su cui ostenterò la mia meravigliosa collezione austeniana e non, appenderò questo:


Penso che opterò per lo sfondo rosa cipria, però.

sabato 4 febbraio 2012

Nuovi inizi (di nuovo)

Dimentichiamoci di ciò che ha già smesso di brillare da tempo (certe citazioni shakespeariane non andrebbero rilette alle due di notte. Neppure dopo un anno e mezzo. Soprattutto dopo una settimana così, in cui grazie a Splinder ho avuto modo di ricordare distintamente cos'è che luccicava tanto, com'è che ha lasciato un vuoto simile). Dimentichiamo il malumore fin troppo radicato degli ultimi tempi (degli ultimi mesi, degli ultimi anni, di quel che è), delle reazioni eccessive o della totale sconcertante assenza di reazioni, delle scelte drammaticamente sbagliate e terribilmente definitive (se la mia vita fosse un romanzo dovrebbe avere un titolo simile a questo), della solitudine alienante. Poniamole da parte quel tanto che basta per apparire una persona normale ed emotivamente stabile, almeno. Ché io lo voglio, un blog di quelli in cui si parla di tutto in maniera fondamentalmente leggera, dove non devo vergognarmi dei miei pensieri patetici e delle mie riflessioni vittimistiche.
Allora proviamoci, su.